Dormire per restare svegli.

Noi tutti siamo persone attive, partecipi della vita moderna e delle sue conquiste, e pur tuttavia siamo eguali ai nostri antenati quando è ora di dormire: perché il sonno è un bisogno semplice e primario davanti al quale siamo tutti uguali da sempre.

Dormire per restare svegli.

L’uomo trascorre un terzo della sua vita dormendo, cioè circa 25 anni; dovrebbero essere i migliori, perché nel sonno l'uomo trova il ristoro che si è guadagnato durante il giorno.

Non dormire è devastante

Se si impedisce ad un individuo di dormire le ripercussioni sul suo fisico saranno devastanti. Esperimenti condotti su uomini ed animali hanno dimostrato che all’inizio si hanno disturbi come irritabilità, difficoltà di concentrazione e di orientamento e poi allucinazioni, apatia, disturbi della parola.

Nessuno, quindi, può resistere ad una prolungata privazione del sonno, il cui fabbisogno giornaliero varia a seconda dell'età ed è differente per i vari individui.

Quante ore per notte dormiamo?

La maggior parte degli adulti dorme 7-8 ore per notte, ma l’8% si accontenta di 5 ore o meno, mentre il 4% richiede 10 ore o più.

Il neonato dorme 14-18 ore al giorno, mentre durante la vecchiaia l’alternarsi di sonno e veglia fra notte e giorno diventa meno netto, cosicché si hanno frequenti risvegli notturni oltre a pisolini prolungati durante il giorno.

Le donne dovrebbero dormire di più

Le donne sembrano aver bisogno di un’ora circa di sonno in più degli uomini. L’ occasionale perdita di sonno rende nervosi e sonnolenti, ma non causa danni se non diventa frequente: l'organismo di solito ricupera prontamente con un sonno un po’ più prolungato la notte seguente.

Rispetta il tuo bioritmo

Coricarsi e svegliarsi ad orari regolari, rispettando il bioritmo di 24 ore, aiuta ad avere un buon sonno ristoratore. Se il bioritmo viene alterato, come accade nei lunghi viaggi aerei con il “salto” di diversi fusi orari, ci vuole circa una settimana per abituarsi al nuovo ciclo sonno-veglia.

Insonni si diventa?

Insonni si diventa perché indisposti dalla nascita, perché insoddisfatti della propria condizione, perché assillati da problemi famigliari o professionali, per una qualche disfunzione organica o per l'avanzare dell'età.

2 tipi di insonnia

Due sono i tipi fondamentali di insonnia: l’insonnia primitiva, tipica di chi è insonne per costituzione senza avere sintomi di nevrosi, depressione o malattie psichiatriche, e l’insonnia secondaria, la quale può essere sintomo di malattie che vanno curate se si vuole risolvere il problema “sonno”.

L’ambiente che non aiuta il sonno

Spesso l'ambiente può disturbare il sonno con la presenza di luci, rumori molesti e temperatura non gradevole. Inoltre, lavorare fino a notte tarda o compiere fatiche muscolari prima di andare a coricarsi possono rendere difficile addormentarsi rapidamente.

I falsi sintomi dell’insonnia

Alcuni individui credono di soffrire di insonnia solo perché non si convincono che 5 o 6 ore di sonno possono essere loro sufficienti. Altri, che si lamentano della loro insonnia notturna perché si sono svegliati tardi, hanno magari fatto un pisolino durante il giorno o sono andati a coricarsi dopo il sonnellino pomeridiano.

Il nostro consiglio

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Dal nostro punto di vista è comunque sempre importante il colloquio con il proprio medico di fiducia per conoscere le reali cause dell’insonnia piuttosto che preferire qualsiasi pillola per dormire; la prima preoccupazione dovrebbe essere quella di stabilire se l'insonnia c'è, poi se è primitiva o secondaria.

Scritto da Manifattura Falomo – Ufficio Marketing

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